TEATRO CARCANO.STAGIONE TEATRALE 2025-26

Per la stagione 2025-2026 il Teatro Carcano di Milano rinnova il suo impegno come presidio culturale aperto e necessario, e si dà obiettivi tutt’altro che modesti: rimarginare, riunire, curare e dare prospettive. L’immagine simbolo della nuova stagione è quella di una figura femminile frammentata, che si sgretola sotto il peso di una realtà complessa e disorientante. Sullo sfondo, evocando la grafica della protest art, il logo del nostro teatro si trasforma in un simbolo di appartenenza, richiamo a una partecipazione attiva, una voce da ascoltare in un mondo attraversato da crisi e contraddizioni.

La nostra nuova produzione Lisistrata e il musical HAIR pongono chiaramente al centro il tema del rifiuto della guerra. Ma sono ferite sociali da rimarginare anche quelle che trattano spettacoli come Brokeback MountainPoveri CristiGaber – Mi fa male il mondoMorte accidentale di un anarchicoL’EmpireoGiovanna dei disoccupati, gli incontri e spettacoli della rassegna attorno al 25 novembre e molti dei Follow the Monday, in particolare le lectio di Alessandro Bergonzoni, Vito Mancuso o quella di Ezio Mauro dedicata a Navalny.

Rimarginare, oggi, significa per noi ricostruire legami, riaprire spazi di senso e offrire un luogo dove ogni spettatore possa sentirsi parte attiva di un racconto condiviso. Significa educare alla prossimità fisica e simbolica, promuovere la trasversalità, scegliere la contaminazione come forma di resistenza al pensiero unico.

Con la stagione 2025-2026 si apre il secondo triennio della direzione artistica di Lella Costa e Serena Sinigaglia. Insieme a Mariangela Pitturru, che cura progetti e programmazione, hanno intrapreso un percorso che ha trasformato il Teatro Carcano, conferendogli una nuova identità e una visione chiara, centrata sulle tematiche sociali, il punto di vista femminile e uno sguardo critico sul presente.

Le scelte artistiche, spesso controcorrente e indipendenti dalla logica del “tutto esaurito”, hanno privilegiato il confronto con le urgenze del nostro tempo: la democrazia, le convenzioni sociali, la fragilità, i rapporti tra generazioni. Il teatro come agorà: spazio di incontro, confronto e riflessione, dove la scena diventa veicolo di senso e necessità. Un luogo capace di tenere insieme profondità e leggerezza, ascolto e restituzione, pensiero e bellezza.

Il Teatro Carcano è oggi in primo piano tra i centri di produzione riconosciuti dal Ministero della Cultura. La prossima stagione vedremo in scena 6 titoli dei circa 30 tra nuove produzioni e riprese in produzione per il prossimo triennio, pensati in collaborazione con teatri e operatori nazionali.

LE OSPITALITÀ

Oltre a Lisistrata, lo spettacolo manifesto dello sguardo di questa stagione è HAIR – The tribal Love – Rock Musical. In un’epoca segnata da incertezze sempre più pervasive e conflitti globali, il teatro, come forma di espressione e testimonianza, si fa custode di un imperativo morale: promuovere i valori di pace e contrastare la violenza che segna il nostro tempo. A partire dal 30 dicembre, arriva quindi in scena HAIR – The Tribal Love Rock Musical (prod. Simone Nardini MTS ENTERTAINMENT in collaborazione con Teatro Carcano), la nuova edizione con live band del celebre musical di Gerome Ragni e James Rado, con le indimenticabili musiche di Galt MacDermot, diretto da Simone Nardini e cantato in italiano per consentire a tutti la piena comprensione dei valori espressi dai testi: pace, amore e libertà.

In questo stesso solco si inserisce Gaber – Mi fa male il mondo: “…La cosa che mi fa più male, è vedere le nostre facce, con dentro le ferite, di tutte le battaglie che non abbiamo fatto. E mi fa ancora più male vedere le facce dei nostri figli, con la stanchezza anticipata di ciò che non troveranno. Sì, abbiamo lasciato in eredità forse un normale benessere, ma non abbiamo potuto lasciare quello che abbiamo dimenticato di combattere e quello che abbiamo dimenticato di sognare”. Con Neri Marcorè, diretto da Giorgio Gallione e prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano in collaborazione con Fondazione Giorgio Gaber, lo spettacolo si immerge nel vasto universo creativo di Gaber e Luporini, esplorando le trasformazioni della nostra società con acume e ironia.

Ed è un mondo che fa paura per via di una imprendibile balena bianca che c’è ma non si vede quello descritto da Melville in Moby Dick (prod. Centro Teatrale Bresciano, Teatro Quirino, Compagnia Molière): “…Prenda il mio corpo chi vuole: prendetelo, non sono affatto io. E allora tre evviva a Nantucket, e venga la lancia sfondata, e il corpo sfondato, quando vogliono, poiché, di sfondarmi l’anima, nemmeno Giove è capace”. A dare voce e corpo al capitano Achab un istrionico Moni Ovadia affiancato da Giulio Corso, il suo alter ego Starbuck. La regia di Guglielmo Ferro ci porta negli abissi della psiche umana, dove l’ossessione del capitano si scontra con la natura selvaggia e le forze più profonde dell’esistenza.

L’economia, la speculazione finanziaria, lo sfruttamento dei lavoratori sono il cuore del dramma Santa Giovanna dei Macelli di Bertolt Brecht cui si ispira Natalino Balasso (autore ed interprete) in questo Giovanna dei disoccupati – un apocrifo brechtiano (prod. Centro Teatrale Bresciano, Emilia Romagna Teatro, Teatro Stabile di Bolzano). Nuovi ambiti, nuove parole, ma il concetto è quello: “Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. Le merci viaggiano più liberamente degli umani e l’istigazione al consumo dà l’idea di una liturgia utile a tutti tranne che a noi. La povertà e la fame sono drammaticamente reali”. Regia di Andrea Collavino. Con la partecipazione di Giovanni Anzaldo, Marta Cortellazzo Wiel e Roberta Lanave.

L’ennesimo grido d’allarme per porre l’attenzione sui cambiamenti climatici è quello che lancia invece Andrea Pennacchi nel nuovo spettacolo Alieni in Laguna (prod. Galapagos). La comicità si mescola al dramma fino a introdurre nel racconto le specie aliene, metafora delle minacce esterne ma anche delle sfide sociali e ambientali con cui ci confrontiamo ogni giorno.

Silvio Orlando approda per la prima volta al Teatro Carcano riproponendo Ciarlatani (prod. Cardellino srl, Spoleto Festival dei Due Mondi, Teatro di Roma – Teatro Nazionale), lo spettacolo scritto e diretto da Pablo Remón: una commedia in cui quattro attori viaggiano attraverso decine di personaggi, spazi e tempi. Una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione. Con lui Francesca Botti, Francesco Brandi, Blu Yoshimi.

Ed è invece una satira sulle convenzioni sociali Le Prénom – Cena tra amici (prod. CMC/Nidodiragno, Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona), commedia di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte resa famosa al cinema in Francia e poi Italia col titolo Il nome del figlio per la regia di Archibugi. Con una trama che ruota attorno a un semplice malinteso, lo spettacolo esplora le contraddizioni di una generazione che, pur predicando tolleranza, inciampa nei propri pregiudizi.

Gioco di disaccordi e incomprensioni reso senza filtri né remora alcuna è quello di Corrado Nuzzo e Maria Di Biase: il nuovo Totalmente incompatibili(prod. AGIDI – Coop CMC/Nidodiragno) affronta con ironia le difficoltà di trovare un punto di accordo in un mondo che sembra sempre più frammentato e abitato da gente incompatibile.

Dopo il successo de I maneggi per maritare una figlia e Pignasecca e Pignaverde, Tullio Solenghi chiude in questa stagione la trilogia dedicata a Gilberto Govi di cui si è mostrato interprete superbo (ore di trucco per ogni replica fino ad assumerne le identiche sembianze) con Colpi di Timone (prod. Teatro Sociale di Camogli, Teatro Nazionale di Genova, Associazione Culturale Gli Scarti), esilarante commedia sulla capacità della verità di smascherare le grandi e piccole ipocrisie quotidiane, in una Liguria che rivive nel suo spirito più autentico.

A grande richiesta torna anche kind of Miles (prod. Teatro Stabile di Bolzano), l’opera teatrale e musicale scritta e interpretata da Paolo Fresu che evoca l’universo creativo e visionario di Miles Davis con il supporto di otto fuoriclasse del jazz.

Com’è ormai noto, infine, la presenza del punto di vista femminile è centrale al Carcano. Se Lisistrata detta la linea della stagione puntando il dito contro la guerra, le protagoniste di Guarda le luci, amore mio – tratto dall’omonimo libro di Annie Ernaux, Premio Nobel per la Letteratura 2022 – Valeria Solarino e Silvia Gallerano dirette da Michela Cescon, utilizzano l’osservazione di un microcosmo banale, com’è quello di un supermercato, per una lettura inconsueta del sociale dove consumismo e tenerezza si intrecciano e le piccole ritualità definiscono le nostre vite. Produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, in collaborazione con Teatro di Dioniso, Riccione Teatro e L’Orma Editore.

Più drammatico il contesto de La sorella migliore di Filippo Gili, quello delle relazioni familiari: affidato alla grande capacità espressiva di Vanessa Scalera e agli attori Giovanni Anzaldo e Michela Martini, vede trattati i temi difficili dei senso di colpa e del perdono, la complessità dei legami di sangue e la difficoltà di guarire dopo un tradimento o una tragedia. Regia di Francesco Frangipane, prodotto da Argot, Infinito Teatro, Teatro delle Briciole.

Il clima si alleggerisce con Forte e Chiara (prod. Infinito Teatro e Argot), il one woman show di Chiara Francini diretto da Alessandro Federico. Ma solo per la capacità dell’attrice di ridere sopra alle sue storie personali che incrociano la complessità dell’esperienza femminile, in un’introspezione che diventa atto politico, gesto poetico, strumento di comprensione del mondo.

VERSO LE OLIMPIADI 

Il Teatro Carcano non si è sottratto al dovere di ospitalità dei giochi olimpici: farà la sua parte (siamo anche fisicamente molto vicini al villaggio che accoglierà gli atleti) con un piccolo programma a tema. 

Grazie alla partnership con la Compagnia Kataklò Athletic Dance Theatre, riconosciuta proprio per essere la prima compagnia teatrale ad aver introdotto l’athletic theatre nel panorama della danza italiana, vedremo sul palco Circles, il viaggio dei giochi, spettacolo che celebra l’incontro tra arte, sport e la storia dell’umanità. Con un audace volo simbolico nel cielo olimpico, lo spettacolo, prodotto da Livigno, esplora le origini e l’evoluzione dei Giochi Olimpici, intrecciando elementi storici, mitologici e atletici, esaltando la competizione, la ricerca dell’eccellenza, la perseveranza, la sfida dei limiti fisici e mentali. La coreografia è firmata dalla fondatrice e anima del gruppo Giulia Staccioli, testi e drammaturgia da Jacopo Pozzi.  

L’evoluzione di questo assunto di base arriva nel nuovo spettacolo dei Kataklò Aliena, un’esperienza sensoriale ideata e diretta da Giulia Staccioli in cui il corpo, la luce e il suono danno vita ad un un potente racconto visivo, dove l’imperfezione diventa bellezza. Attraverso movimenti che sfidano la gravità, Aliena esplora la diversità portando il pubblico in un mondo misterioso e sconosciuto, abitato da esseri lunari: gli atleti, i danzatori, gli artisti… 

Completano questo tributo alle Olimpiadi due incontri della rassegna Follow the Monday. Matteo Caccia porterà sul palco l’esperienza di successo del suo podcast ORAZIO, edito da Il Post, raccontando le storie più disparate attorno a una notizia: le Olimpiadi e le Paraolimpiadi Milano Cortina 2026. Mauro Berruto, già allenatore della nazionale italiana maschile di pallavolo che ha vinto, fra le altre, la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012, ci farà scoprire che il gesto dell’allenare non è esclusivo di chi entra in uno spogliatoio, ma pratica quotidiana per trasformare gruppi di persone in squadre orientate verso l’obiettivo. 

GLI SPETTACOLI DELLE FESTE  

Hair sarà lo spettacolo che animerà i giorni tra capodanno e oltre l’Epifania, offrendo una special edition per famiglie il 31 pomeriggio per poi fare spazio il 31 dicembre sera a quel rito di passaggio che il Carcano ha introdotto da qualche anno per il veglione, il Comic Late Show. Quest’anno saranno con noi Corrado Nuzzo e Maria Di Biase e chi li conosce sa che sarà impossibile non farsi contagiare dalla loro comicità surreale. 

In prima nazionale il 28 dicembre, andrà in scena Cenerentola di Prokofiev, con i ballerini del Balletto di Fiume, sotto la direzione di Leo Mujić. Una versione contemporanea del celebre balletto, la cui coreografia innovativa e la drammaturgia attuale daranno nuova vita a questa fiaba senza tempo, esplorando temi di trasformazione, resilienza e il trionfo della gentilezza. 

TEATRO CARCANO
Corso di Porta Romana, 63 – Milano – MM Crocetta
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