Balletto di Milano
La potenza della danza si fa riflessione: “Danza per la mente – Carmen suite”
TEATRO PIME
Mercoledi 22 ottobre ore 20:30

Quando l’arte incontra la salute mentale
INCONTRO con la partecipazione del Dr. GABRIELE CATANIA
IN COLLABORAZIONE CON “ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MENTE OdV”
Mercoledì 22 ottobre 2025, alle ore 20:30, il Balletto di Milano porta in scena, Teatro PIME (Via Mosè Bianchi 94, Milano) “Danza per la mente – Carmen suite”
in un appuntamento speciale realizzato in collaborazione con l’Associazione Amici della Mente OdV.
Un evento che unisce arte e impegno civile, per riflettere sul drammatico tema del femminicidio attraverso la forza evocativa della danza.
La serata si aprirà con un incontro curato dagli esperti di Amici della Mente OdV, il dottor Gabriele Catania, guiderà il pubblico in una riflessione sulle radici psicologiche di questo tragico fenomeno che, ancora oggi, continua a spegnere vite e a ferire la nostra società.

A seguire, con Carmen Suite, la magia del balletto prenderà vita sulle immortali note di Bizet, trasformando il palcoscenico in un viaggio emozionale che commuove e invita alla riflessione
Il legame tra la Carmen di Bizet e la violenza sulle donne è forte, ma spesso oscurato da interpretazioni che hanno romanticizzato la vicenda. Nella sua essenza, la storia è invece un grido contro il controllo maschile sulla libertà femminile.
Carmen, figura iconica e intramontabile della lirica, incarna il fascino ribelle di una femminilità anticonformista, appassionata e indomabile. Giovane donna padrona delle proprie scelte, viene uccisa da Don José quando decide di lasciarlo per seguire Escamillo, il torero. Nella rilettura neoclassica del Balletto di Milano, la sua vicenda si fa intensa e vibrante: emozione, energia e tecnica si intrecciano in un racconto che celebra la forza di Carmen, ma ne svela anche il tragico destino. Un crescendo drammatico che culmina nel femminicidio finale, denunciato con forza e chiarezza dal linguaggio della danza.
Un tema purtroppo attualissimo, evocato in scena da un simbolo potente e universale: la scarpina rossa, posta ai piedi della protagonista senza vita.
Così, Carmen Suite diventa molto più di uno spettacolo: uno spazio di memoria, denuncia e consapevolezza, capace di unire la bellezza dell’arte a una riflessione profonda e necessaria.
Balletto in atto unico su musiche di Georges Bizet, liberamente ispirato alla novella di Prosper Mérimée e all’omonima opera di Georges Bizet.
La regia di Agnese Omodei, che firma anche la coreografia con Federico Veratti, le scenografie di Marco Pesta.
“Amici della mente OdV” è un’associazione di volontariato iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) che opera del 2008 in convenzione con il Dipartimento di salute mentale della ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, nell’ambito della prevenzione e della cura del disagio psicologico.
L’evento è stato inserito nel Palinsesto di MILANO4MENTALHEALTH 2025 organizzato dal Comune di Milano.
Anche quest’anno torna Milano4MentalHealth, l’iniziativa del Comune di Milano che ha l’obiettivo di porre la salute mentale al centro del dibattito sociale e politico, offrendo a cittadini e cittadine l’opportunità di accedere a informazioni su progetti, attività di prevenzione, fenomeni sociali in atto e possibili azioni individuali da intraprendere.

Evento di BALLETTO DI MILANO
Carmen Suite
Teatro Pime – Via Mosè Bianchi 94, Milano
Info: biglietteria@ballettodimilano.com
Biglietti al prezzo speciale di € 20
ONLINe: https://tidd.ly/46paz8h
Il Balletto di Milano porta “Carmen” nel mondo: dalla Cina all’Europa
“Carmen” è tra i titoli scelti per la prestigiosa tournée in Cina del Balletto di Milano.
Dal 23 al 28 luglio la compagnia ha partecipato alla 7ª edizione del China Xinjiang International Dance Festival di Urumqi, appuntamento di rilievo internazionale promosso anche dal Ministero della Cultura cinese.
Il capolavoro di Bizet sarà protagonista il 7 ottobre al Nanjing Forest Music Festival, manifestazione che unisce musica, danza e natura in un’esperienza dal forte impatto sinfonico e multisensoriale. Giunto alla sua undicesima edizione nel 2025, il Festival richiama ogni anno pubblico e critica da tutto il mondo.
“Carmen” è inoltre attesa in Cipro, Svizzera e con una tappa speciale nel Liechtenstein, confermando un percorso artistico che testimonia la missione della compagnia: promuovere l’internazionalizzazione della cultura e il dialogo creativo tra i popoli.
L’intervento di Amici della Mente
Dal punto di vista della dinamica psicologica si possono mettere in evidenza alcuni aspetti significativi. Un primo tema riguarda l’antinomia «Libertà e controllo». Carmen incarna una soggettività femminile autonoma, che non si definisce in funzione dell’uomo. Questo è il nucleo del conflitto: José non tollera la perdita del possesso, interpretando il rifiuto come un’offesa intollerabile al suo narcisismo di uomo ferito. Scatta così il meccanismo della violenza che rispecchia una dinamica reale di brutale discriminazione di genere: attrazione iniziale, progressivo isolamento della donna, gelosia crescente, minacce, e infine l’atto estremo quando lei rivendica il diritto di andarsene. Una escalation terribile. Ma la vicenda dell’atto finale ha anche un suo contenuto simbolico: il delitto non è un gesto “di passione”, ma l’atto di annientamento di una soggettività femminile che sfugge al controllo patriarcale. Il coltello di Don José è la traduzione materiale di un dispositivo culturale che, oggi come allora, cerca di ricondurre la differenza e l’autonomia al silenzio. La domanda che ci poniamo stasera è semplice solo in apparenza: come si può davvero affrontare e risolvere questo problema? Possono bastare eventi di sensibilizzazione, appelli pubblici, o iniziative volte a ricordare alla comunità l’obbligo naturale e irrinunciabile di riconoscere alle donne il loro diritto alla libertà individuale? Noi crediamo di no. Tutto questo è necessario, ma non sufficiente. Occorre andare alle radici del problema: radici che sono culturalmente determinate e, allo stesso tempo, espressione di una tossicità psichica che rende vulnerabile l’individuo. Questa tossicità non nasce dal nulla: è l’esito dell’apprendimento che la stessa cultura veicola e interiorizza.
Alla base della tossicità psichica che può condurre al femminicidio e a ogni forma di violenza sulle donne, c’è l’ambito relazionale entro cui, fin dall’infanzia, costruiamo i nostri legami affettivi, compresi quelli legati all’esperienza amorosa. Quando l’amore si struttura come forma di dipendenza, è difficile che il rapporto con l’altro affettivamente significativo non diventi “tossico”. In questi casi, dipendere totalmente dall’oggetto d’amore porta a vivere la sua perdita come una minaccia insopportabile, capace di generare reazioni di disumana crudeltà. Con questo non si intende, né si può, giustificare tali reazioni. Ma se vogliamo eliminare un problema, dobbiamo prima comprenderlo a fondo: solo così potremo individuare e mettere in atto strategie realmente efficaci per sradicarlo. (Gabriele Catania).