LA COMUNICAZIONE

Comunicare oggi penso assai difficile e reso ancora di piu’ dalla vita frenetica che la societa’ ci ha imposto. Riflettendoci dalla vita. Saturati dallo studio, incanalati nel proprio lavoro, che ci piaccia tanto o meno, mi accorgo da anni che le regole imposte dal datore di lavoro sono sempre piu’ pesanti e restrittive, in ogni professione. Quel poco di creativita’ e intelligenza umana viene annientata. La burocrazia poi, sempre piu’ oppressiva e incombente e’ capace di distruggere in noi stessi, quel desiderio di esercitare con serenita’ la nostra professione, qualunque sia. E se siamo incapaci di apprendere una novita’ burocratica, per esempio al computer, e proviamo a chiedere spiegazioni, per non sbagliare prima ai colleghi e poi ai nostri superiori, spesso ci viene negata! La risposta da anni e’ sempre la stessa o quasi: noi non lo sappiamo, arrangiatevi. Fantastico! Talvolta ammetto abbiamo persino paura a disturbare un collega, ti risponde sempre con la stessa rima: sto lavorando, impegnato sentiamoci piu’ tardi..poi non ti richiama, facendo finta di essersi dimenticato. Pero’ quando hanno bisogno ti contattano subito, gentili come non mai. Penso che allo stato attuale si possa contare su numero ristretto di persone, che siano colleghi , che siano amiche-amici. OK la prospettiva di un lavoro compiacente e di uno stipendio retribuito adeguato-mediocre sia difficile, penso ai giovani laureati, laureandi pieni di speranze e di sogni, ma cosa faranno? ricercatori all’estero? dovranno comunicare si al massimo delle loro capacita’, con una conoscenza buona della lingua inglese o straniera del paese ospitante e delle loro conoscenze ed esperienze professionali. E’ appena finita una pandemia catastrofica, con un numero elevatissimo di morti, e forse comunicando( ma non l’anno fatto) e avrebbero dovuto farlo in modo da circoscrivere e limitarne la tragedia nel loro paese! Impedendo le partenze in aereo, in treno, in nave etc. forse si sarebbero evitati i contagi e tanti decessi. Bastava isolare il paese fulcro del contagio, fino alla risoluzione. Ma regnava la non comunicazione, l’ignoranza e l’ egoismo dell ‘essere umano. E la guerra, prima una, ora la seconda.. che dire? a quante arriveremo? alla distruzione globale…per poi dire bastava comunicare, ragionare con intelligenza e raggiungere un compromesso per la vita, non distruzione e morte.

il Direttore